giovedì 1 febbraio 2018

Buddhismo

Dal VI secolo a.C. si diffonde in India un’altra religione, ad opera di Siddharta Gautama, detto il Buddha (cioè il risvegliato). Buddha, un giovane principe indiano, insegna un percorso di purificazione, attraverso il quale l’individuo deve emanciparsi dai bisogni materiali e approdare al nirvana, una condizione di assenza di desideri e dolori.

Attraverso questo percorso l’anima si libera dal ciclo delle reincarnazioni per fare ritorno al Tutto, cioè all’insieme indifferenziato della Natura.

In contrapposizione a quella induista, l’educazione buddhista è aperta a tutti, indipendentemente dalla casta, dal sesso e dall’età e viene impartita in un linguaggio che può essere compreso da tutti.

Rimane centrale, come nell’induismo, il rapporto allievo-maestro e la finalità religiosa.

I testi di riferimento sono opere ispirate alla predicazione del Buddha.

Nei monasteri legati ai templi, nei quali si impartisce l’educazione, vengono accolti anche i laici non destinati al sacerdozio.

Con il tempo si sviluppa anche una cultura laica.


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