mercoledì 4 ottobre 2017

La teoria sistemica

Essa analizza la relazione educativa partendo da due presupposti:
- tutto è comunicazione e il mondo psichico è un sistema, ossia una totalità nella quale il mutamento di una parte influenza tutte le altre.
Secondo Paul Watzlaeick per spiegare un singolo fenomeno occorre prendere in considerazione tutto il suo contesto.
Per spiegare l'improvviso insuccesso scolastico di un ragazzo potrà essere spiegato esaminando il contesto di vita del ragazzo (famiglia, classe, amici..)
- l'educatore in classe, deve favorire la riorganizzazione interna ogni volta che un nuovo elemento turba l'equilibrio precedente
- nel gruppo egli deve individuare le persone-chiave, il cui mutamento di atteggiamento rende possibile il mutamento collettivo.
- l'educatore tiene sotto controllo l'ansia o stimola l'attenzione quando si presenta un problema.
Ogni volta che un problema viene risolto si crea un nuovo tipo di stabilità dinamica.
L'approccio sistemico sottolinea quindi come le abilità relazionali dell'educatore siano strutture interazionali, perché l' educatore deve essere capace di interagire nel modo opportuno e controllare il circolo comunicativo, affinché tutti comunichino tra loro.

Rousseau: contro l'influenza della società

L’influenza sociale condiziona i comportamenti e la formazione dei giovani.
Il filosofo e pedagogista Jean-Jacques Rousseau, studiando il fenomeno, sostiene che l’educazione deve essere finalizzata a rimuovere i condizionamenti sociali per permettere uno sviluppo libero e spontaneo del bambino.
Egli sostiene che la società è una realtà degradata che trascina con sé gli individui, corrompendone la natura, che è invece buona.
Per rigenerare l’uomo sono necessarie due strade: la modificazione delle istituzioni e una forma nuova di educazione.
Nella sua opera intitolata: “Emilio o dell’educazione” (1762), Rousseau immagina un’educazione in cui il bambino non riceve condizionamenti o stimoli da parte del maestro, ma cresce sperimentando in quasi totale autonomia, per questo egli suggerisce un ambiente neutro o la campagna.
Emilio è il protagonista del libro e segue i propri tempi naturali di maturazione. Il maestro non scompare ma diventa un suggeritore, in questo modo, l’esperienza diventa fondamentale.

Carl Rogers

Psicologo statunitense.
La tecnica terapeutica sviluppata da Rogers, prende il nome di “terapia non direttiva” o di “terapia incentrata sul cliente”
La sua impostazione si fonda sull’empatia, cioè la capacità del terapeuta di assumere il punto di vista del paziente.
Il terapeuta deve mettere a proprio agio il paziente e consentire la libera espressione dei suoi sentimenti.
Lo scopo è quello di guarire grazie alle proprie capacità di autoregolazione.
Questa tecnica, detta del counseling, si basa sull’”ottimismo motivazionale”: il bisogno di autorealizzare è la vera e unica fonte del comportamento umano.
Gli individui sono organismi in crescita che cercano di realizzare le proprie potenzialità.
Questa spinta alla crescita sarebbe la motivazione fondamentale dell’agire, alla quale è subordinata la soddisfazione dei bisogni primari. Alcune persone peró nonostante il successo personale, giudicano sé stesse in modo negativo.
Egli distingue quindi il Sé e il Sé ideale.
Il Sé è l’insieme coerente delle idee, percezioni, valori del soggetto, a cui si aggiungono la consapevolezza di chi si è e di che cosa si fa.
Il Sé ideale invece è ciò che si vorrebbe essere.
Una persona è tanto più felice quanto più il suo Sé, si avvicina al suo Sé ideale.
Viceversa è tanto più infelice, quanto più il suo Sé si allontana dal suo Sé ideale.
Il Sé ha una caratteristica importante: non è statico, ma flessibile e si evolve.
È un cambiamento che ciascuno avverte nel corso della propria vita.

La teoria umanista

La psicologia umanista prende in esame il comportamento dell’’insegnante e i suoi effetti sull’alunno.
Principale esponente di questa corrente della psicologia, Carl Rogers ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente.
Un insegnamento quindi, per risultare efficace e significativo, deve essere flessibile e spostare il suo interesse dai contenuti all’alunno.
La teoria umanista richiede tre atteggiamenti-chiave:
-autenticità o congruenza
-considerazione positiva incondizionata
-comprensione empatica

L’educatore deve porsi dal punto di vista dell’alunno, senza formulare giudizi o imporre cambiamenti di comportamento, per indurre l’alunno a conoscere sé stesso e a stabilire una continuità tra l’immagine di sé e le proprie esperienze, diventando più autentico e genuino.
La scuola deve preparare l’alunno ad una società che cambia rapidamente, a quindi creare individui aperti alle novità e trasformazioni.
L’educatore deve insegnare a imparare, fornire quindi gli strumenti necessari per usare consapevolmente le conoscenze.
L’alunno sarà in grado di valutare da solo il proprio apprendimento (metacognizione, autovalutazione dei risultati conseguiti) e quindi a provare soddisfazione per i risultati ottenuti.
Questa nuova figura dell’educatore, facilita l’apprendimento e creando un rapporto di fiducia con l’alunno e sicurezza emotiva, avvierà un processo di educazione e trasformazione della persona.

La teoria psicoanalitica

Secondo la psicoanalisi la classe è il campo d’incontro/scontro di forze inconsce, che emergono attraverso una grande varietà di sintomi: collera, mutismo, insuccessi scolastici…
La psicoanalisi cerca di ricercare le cause profonde di tali sintomi, senza trascurare la storia personale dello studente.
La psicoanalisi aiuta a chiarire la ricchezza della relazione educativa.
Mette in luce i fenomeni di transfert con i quali i ragazzi proiettano sull’insegnante le dinamiche del rapporto con i loro genitori: per un adolescente ad esempio, la riuscita scolastica può essere un mezzo di rivincita sul padre…
Nella scuola è possibile che si manifestino fenomeni di proiezione: quando nella nostra psiche qualcosa è avvertito come pericoloso, viene inconsapevolmente proiettato verso l’esterno.
Ogni ragazzo ha un’immagine di sé, cioè una considerazione di sé stesso.
L’immagine di sé si costruisce attraverso un lungo percorso.
In ogni relazione incide profondamente sul modo di comportarsi.
La psicoanalisi offre all’insegnante strumenti utili per capire non solo gli studenti, ma anche sé stesso.
L’insegnante nel rapporto con gli studenti, è spinto a rivivere la propria infanzia.
Questo può portare l’insegnante a capire meglio i suoi studenti e ad aiutarli a risolvere le difficoltà incontrate.

Maometto e l’islam

La nascita dell’islam si deve al profeta Muhammad (Maometto) che ebbe la rivelazione di Dio, Allah, dall’arcangelo Gabriele nel 610. Il cont...